Walter Valdi.

ADDIO A WALTER VALDI

di Massimo Emanuelli

(tratto da L’Opinione delle Libertà 20/10/2003)

walter valdiWalter Valdi è stato un grandissimo cabarettista, cantante ed autore di canzoni. La Rai e Mediaset si sono purtroppo dimenticate di lui, che come attore aveva anche recitato ottimamente nel cinema. Dal dicembre 1977 Valdi figura nel cast del game-show Totobugiardo in onda il martedì, giovedì e sabato alle ore 20, condotto da Enzo Tortora su Antenna 3 Lombardia. In occasione del Capodanno 1996 Walter Valdi si esibì nello special di Telenova condotto da Maurizio Mosca e Roberto Marelli.   Walter Valdi è stato ricordato, a un mese dalla sua scomparsa, nell’ambito di una puntata speciale di Storie di Lombardia, programma cult di Telenova condotto da Roberto Marelli, sono interventi molti dei suoi amici.

Walter Pinetti, così si chiamava all’anagrafe, era nato a Cavenago Brianza, in provincia di Milano, il 20 ottobre 1930, in un palazzo settecentesco (oggi sede del Comune), il padre era un avvocato, tale professione sarà svolta anche dalle sorelle Egle e Lia. Dalla natia Brianza Walter si trasferì, ancora bambino, a Milano, abitò con i genitori in viale Monza. Laureatosi in giurisprudenza intraprese anch’egli la professione forense, il suo studio era in via Podgora, vicino a quello di un altro principe del foro, Peppino Prisco. Il giovane Pinetti in segreto partecipa a riviste goliardiche, poi si iscrive alla scuola di mimo del Piccolo Teatro diretta da Marise Flach. Ebbe la sua prima parte importante in una Tosca all’Arena di Verona (interpretò la parte del sagrestano), fu quindi scelto da Giorgio Strehler per interpretare un Oste muto nel Falstaff. Walter Pinetti, che di lì a poco assumerà il nome d’arte di Walter Valdi, appena poteva fuggiva dallo suo studio legale per andare a fare il mimo a La fiera dei sogni, programma televisivo condotto da Mike Bongiorno. Un giorno, parlando con il batterista Pupo De Luca, al quale il nostro aveva raccontato una battuta, si sentì dire: “C’è un locale in cui questo genere va forte, si chiama Derby. La mia vita cambiò. Ci tornai ogni sera per 25 anni”. Valdi fa parte del gruppo demenziale ante-litteram nel quale suonavano anche Fabio e Massimo Boldi, Valdi si lega a personaggi come Tino Buazzelli, Milly, Giovanni D’Anzi, Gino Paoli, Enzo Jannacci, Paolo Villaggio e Renato Pozzetto, Teo Teocoli, Bruno Lauzi, Giorgio Porcaro, Diego Abatantuono. Ha inizio una brillante carriera di cabarettista, mitico il monologo dei gemelli belli (travolti da un’auto di lusso che ispira la curiosità dei passanti assai più delle vittime), ed autore di canzoni destinate a diventare dei classici della canzone milanese: Faceva il palo nella banda dell’Ortica portata al successo da Enzo Jannacci, altri suoi successi: La bussa noeva, La malaguena, Ringhera, Mariuccia, I vahha put hanga, Quand s’eri giovina, La macchina, Il difetto, Quand Milano l’era Milan, La Svizzera, Ma poi, Un milanese a Milano, Il tic (portata al successo da Giorgio Gaber). Grande cantore di Milano, umorista strepitoso, animale da palcoscenico, Valdi non trascurò nemmeno la canzone per i bambini, fu autore di Il caffè della Peppina e di Cocco e drilli, brani vincitori dello Zecchino d’Oro.
Famosi i suoi recital in teatro, memorabile, nel 1970 Wanted 3000 dollari, portato in scena al Teatro Gerolamo, si esibì anche al Lirico e all’Odeon, allora diretto da Remigio Paone. Ciappa el tram balorda, scritta con Carletto Colombo, tenne banco per centinaia di repliche. Mattatore al Teatro dell’Arte con Faccia a faccia, e con Giovanni D’Anzi in Lassa pur che el mon el disa, si esibì anche al Teatro Quartiere e al Lirico con Storie di vita e di malavita. Valdi fu anche autore di Quando s’eri giuvina, un successo di Milly, La ballata del milite ignoto, Quando mi vo a legg el Navili, Quando Milan l’era Milan, Ma poi, O signour, Però però però, Laika, Mamma mia che mal di pancia (cantata da Topo Gigio). Suo anche il famoso Il gallo è morto (Coccodì e Coccodà), ripresa da una filastrocca da lui cantata in inglese, francese, tedesco, spagnolo, latino e con la chiusa in milanese: “son sta mi che ho mazzà el gall, el m’ha rott i ball col coccodì e col coccodà” (sono stato io ad ammazzare il gallo, mi aveva rotto le balle col coccodì e col coccodà).
All’inizio degli anni ’80 Valdi chiuse definitivamente il suo studio legale per dedicarsi totalmente all’arte, invitato nel 1988 al Premio Tenco, i suoi brani sono stati interpretati da Giorgio Gaber, I Gufi, Michele, Maria Monti e Liliana Feldman.
Waldi fu anche attore in vari film fra i quali ricordiamo Un certo giorno di Ermanno Olmi, Storie di vita e malavita di Carlo Lizzani, Prestami tua moglie di Giuliano Carnimeo, Ho fatto splash e Domani si balla di Maurizio Nichetti. Attivo anche negli anni ’90, si esibiva spesso al Ca’ Bianca, dove fu anche insegnante di cabaret. Sempre brillante, ecco alcune delle sue battute proverbiali: “Mi sono sempre chiesto: ma chi va in giro a costruire quadrati sull’ipotenusa?”; “La torre di Pisa… e se avesse ragione lei?”; “Mi domando: ma che faccia avrà fatto Maometto quando la montagna gli ha bussato alla porta?”.
Sofferente da tempo di cardiopatia che l’aveva portato in fin di vita in luglio, in agosto le sue condizioni erano migliorate e aveva affrontato una terapia riabilitativa a Lanzo d’Intelvi. Due settimane fa il peggioramento, Walter Valdi muore lunedì 13 ottobre all’Ospedale di Niguarda di Milano, lascia la moglie Gabriella Falcetti e il figlio Antonio Amadeus (così chiamato in onore di Mozart). Appresa la notizia della sua morte mi è venuta alla mente una delle sue battute: “Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale. Se no vado al cinema”. Non ho appreso la tua morte dal giornale, ma l’ho saputa da un amico comune, non avevo certo voglia di andare al cinema, ma non sono mancato al tuo funerale. Mi è stato raccontato che Valdi in agonia, abbia sussurrato: “Non voglio scandire nulla, quando sarà il momento voglio che gli amici e le persone intelligenti che mi hanno amato brindino e mangino un dolce”. Caro Walter non ho avuto occasione di diventare tuo amico, c’eravamo incrociati qualche volta al Ca’ Bianca, quando ero un ragazzino ascoltavo Cocco e Drilli, Faceva il palo, Il caffè della Peppina ed altri tuoi successi, probabilmente non sono una persona intelligente poiché non ho voglia di brindare e di mangiare un dolce, ma di una cosa sono certo: in un mondo dove ragionieri, avvocati, travet, sindacalisti e oscuri burocrati pubblici, limitati e incapaci anche di fare la loro professione, l’avvocato Pinetti ci ha dimostrato come è possibile per un vero professionista essere grande nella professione ma esserlo anche in arte. Oggi abbiamo dei cabarettisti che fanno i sindacalisti, i funzionari pubblici, ecc., un grande avvocato è riuscito ad essere un grande cabarettista.
I funerali di Walter Valdi si sono svolti presso la Chiesa di San Carlo al Corso, a dargli l’ultimo saluto gli amici di sempre: Enrico Beruschi, Roberto MarelliLiliana Feldman, Alberto Mari, e l’ex sindaco di Milano, Paolo Pillitteri.
Ho avuto l’occasione di organizzare ben due serate per ricordare Walter Valdi, sono intervenuti oltre alla signora Gabriella anche l’avvocato Gianni Alemanno Casali, amico d’infanzia di Valdi, Franco Visentin, suo collaboratore storico,  Roberto Marelli, Diego Abatantuono, impossibilitato a partecipare per ragioni di lavoro, mi ha comunque concesso un intervista che ho poi fatto proiettare in videoconferenza. Abatantuono, a differenza di molti altri suoi colleghi che devono molto a Valdi e che si sono scordati di lui, non solo si è lasciato intervistare interrompendo le prove di Colorado Caffè, ma anche ammesso la grandezza di Valdi del quale si sente debitore, e ha ricordato un incontro casuale con lui alla stazione di Parigi. I grandi uomini si riconoscono dalle grandi azioni, e Diego Abatantuono ha dimostrato di essere un grande artista anche un grande uomo, a differenza di chi, come ha confermato anche l’avvocato Gianni Alemanno Casali, sapendo delle gravi condizioni di salute di Valdi nei suoi ultimi mesi di vita se ne è disinteressato non solo come artista, ma anche come medico.

 

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